22 novembre 2011

milano attuale#1 (occhio che questo è un merdone..)

ecco ieri pomeriggio cosa ho visto in duomo.
la situazione è delle peggiori: esasperante, nera, senza uscita e non è solo questione di vedere o meno il bicchiere solo mezzo vuoto, è un dato di fatto, ripetuto, appurato e reale.
la cosa che potrebbe far avanzare delle timide idee di rinascita è la coscienza dei cittadini (milanesi, ma in realtà del mondo) che sembra essersi risvegliata e fatta coinvolgere.
a milano già con l'elezione di Pisapia, ho assistito ad un vero proprio sciamare di moltissime persone verso quella che è la piazza della politica della città, il duomo; tutti hanno partecipato alla festa che quella sera si è protratta fino a tardi ed è sembrata veramente un vento di cambiamento (i risultati della vittoria ancora devono essere seriamente valutati). ma quello che sta succedendo oggi  a livello mondiale, perchè del mondo stiamo parlando, è una vera e propria ribellione ad un modello che ha portato le economie al collasso e i paesi a grattare il fondo: la conseguenza più immediata è il divario non solo sociale ed economico ma anche numerico, tra ricchi e poveri, tra chi non riesce ad immaginare nuovi modi per spendere e chi non riesce ad inventarsi nuove scuse per giustificare il mancato pagamento delle bollette.
vabbè siamo tanti e allora? dove andiamo a dire la nostra? in una piazza! una piazza che è sempre stata "discretamente" al centro delle manifestazioni cittadine, quella stessa piazza del 25 aprile e del 1° maggio, quella dei concerti gratis con Pisapia (sigh! gli Afterhours..), ecco quella piazza ha adibito le bruttissime impalcature per il restauro del re a bacheca di annunci, sfide, spiegazioni (ci sono cartelloni che spiegano cos'è lo spread, oltre che una minaccia) e riflessioni.
 

non avrei mai pensato di vivere un momento del genere, soprattutto non avrei mai pensato di vedere tanta partecipazione che non so bene se a qualcosa servirà, ma è comunque un segno forte della volontà di parteciare, di prendere in mano le redini del proprio destino, per quanto possibile, e di intervenire nella salvaguardia dei propri interessi (alla fine è questo che spinge l'uomo) e insieme di quello comune.
chissà con quante ossa rotte ne usciremo, se ne usciremo, ma una cosa è certa, quando immagino milano nel dopoguerra, la immagino proprio così, a pezzi ma piena di vita e di voglia di fare, proveniente sempre dal basso, ovviamente..

...adesso fà qualcosa che serva...che è anche per te se il tuo paese è una merda..
il paese è reale

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