28 dicembre 2011

il villaggio di crespi d'adda


crespi d'adda, una mia foto
nel silenzio di una giornata di agosto lombardo (adoro!) sono stata in un paese, crespi d'adda, a quanlche km da milano ma un'eternità lontano dal tempo presente. l'impressione è che sia stato tutto appena abbandonato, non fosse per i vetri rotti di alcuni edifici e per le tombe del piccolo cimitero in fondo al grande unico viale che attraversa gli edifici, sembrerebbe un villaggio operaio in piena attività. ho scoperto poi il sito interessantissimo, che vi propongo qui, e che offre moltissime informazioni sotriche  e fotografiche, oltre ad una serie di curiosità.
Nonostante i problemi reali, Crespi d'Adda conserva tuttavia un suo fascino. Ogni visitatore se ne rende conto e, quando non fosse fuorviato da presentazioni arbitrarie, vi scopre tuttora interessanti risvolti di vita, di arte e di storia, imbalsamati dal tempo: il vasto opificio dove generazioni hanno faticato per il sudato pane quotidiano; le casette ordinate degli operai, degli impiegati e le villette dei dirigenti; la sbiancatissima scuola che, se in parte sarà museo di archeologia industriale, riesce ancora, per tenace dedizione dei genitori, a mantenersi viva per i piccoli; la villa padronale, un castello fantasiosamente medievale, inteso come rievocativo della presenza a Trezzo di Barnabò Visconti in catene e alle prese col veleno; la singolare e sentitissima riedizione, nella chiesa, del santuario della Madonna dell'Aiuto di Busto. E il cimitero? Merita la visita, perché ognuno che lo veda se lo commenta a modo suo.
Una visita a Crespi d'Adda è esplorazione di un microcosmo e impatto inaspettato con quella vita del pionierismo industriale che si sprigionò un giorno da Busto Arsizio.

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